Prime Esperienze
La foto galeotta (2)

01.11.2022 |
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"Passammo qualche minuto così, baciandoci e toccandoci nell'intimità: io passando da dietro e titillando le sue labbra dal basso, infilando l'indice e facendo poi scorrere fuori fino all'ano, ..."
L'ultima uscita era stata speciale e aveva lasciato indizi su come sarebbe potuto essere la successiva.Ci furono molti scambi di messaggi e fotografie, alcune semplici e altre più piccanti, contenenti promesse per il prossimo incontro.
Ginevra sapeva il fatto suo, alternava momenti di affetto e desiderio ad altri di silenzio; voleva essere desiderata e non voleva essere lei quella che inseguiva.
Ci mettemmo d'accordo per un'uscita serale, con cena in riva al lago e poi del tempo insieme.
Come sempre, una volta sotto casa sua, il cuore mi batteva all'impazzata e non vedevo l'ora di vederla arrivare con un outfit nuovo e mozzafiato, con le sue curve esaltate da capi ricercati e che diventavano un'arma indossati da lei.
Per quella serata scelse un completo blu, formato da minigonna e giacchetta stretta in vita ma con un'ampia scollatura che strizzava il seno, racchiuso in un bellissimo reggiseno che faceva capitolino dalla giacca. Tutto corredato da delle decolleté con tacco basso e un'immancabile borsetta. Ancora faticavo a credere che fosse solo una ragazza e non una donna.
La strinsi a me con tutta la forza che avevo, immergendo il mio viso nell'incavo tra collo e spalla e respirando il suo profumo, in attesa di provare il suo sapore.
Durante il tragitto in auto mi raccontò come era andata la settimana, scherzando e ridendo come solo lei sapeva fare, con quella sensualità unica. Ogni tanto richiedeva un mio bacio e appoggiava la sua testa alla mia spalla, mentre io tenevo la mia mano destra sulla sua gamba destra, risalendo tra le gambe e riscendendo piano piano, cercando di "tastare" il suo livello di eccitazione e la sua disponibilità nei miei confronti e verso la nostra intimità.
Come spesso accadeva, iniziammo il gioco dei complimenti e degli apprezzamenti, scherzando sul fisico di entrambi, con la mia mano che osava sempre di più e stringeva il suo interno coscia, finché anche lei appoggiò la sua mano sulla mia gamba e iniziammo uno scambio di dolci carezze e decise palpate, risalendo lungo le cosce ma mai arrivando ai rispettivi fulcri del piacere: ci stavamo stuzzicando e lo sapevamo.
Una volta raggiunto il parcheggio, facemmo un tratto a piedi lungo lago per raggiungere il ristorante; in me c'erano delle sensazioni contrastanti: sia gli uomini che le donne, che ci incontravano durante il percorso, osservavano con insistenza Ginevra, creando in me un misto di gelosia e di orgoglio; lei era lì con e per me, desiderata e invidiata. Non potei evitare che quei pensieri, uniti a quelli del post cena, mi fecero eccitare creando un bel bozzo nei pantaloni.
Arrivati al ristorante scegliemmo entrambi di non perderci in portate complicate e optammo per un rapida pizza, così da ricavare ulteriore tempo per noi e per il "dopo".
Come al solito la cena fu divertente ed eccitante, con la posizione da seduta che spingeva il seno fuori dalla giacca, a tal punto che non resistetti e le feci notare la cosa con un perentorio "risparmiati per dopo, voglio potermi godere solo io quella vista". Parlando del più e del meno finimmo il nostro pasto, non prima di prometterci di realizzare un ulteriore gioco nella prossima cena: avrei dovuto toglierle le mutandine mentre saremmo stati seduti al tavolo di un ristorante; ovviamente accettai eccitato dalla possibilità e dalle conseguenze che quel gioco avrebbe portato con sé.
Nel tragitto di ritorno verso l'auto, mi misi di fianco a lei, abbracciandola e cercando di renderla meno visibile dagli altri e al tempo stesso facendole sentire la mia eccitazione. A quel gesto si girò verso di me, mi sorrise e mi baciò con passione, tanto da lasciarmi parte del suo rossetto sulle labbra.
In auto, mentre sfrecciavamo verso casa, la mia mano era tra le sue cosce, che ora si aprivano e si chiudevano intorno ad essa, mentre lei mi baciava passando dalla guancia al collo e risalendo poi fino a mordermi l'orecchio. Il suo seno era schiacciato sul mio braccio destro e l'eccitazione cresceva sempre più.
Arrivammo sotto casa sua e l'attesa era finalmente finita. Per comodità le chiesi di andare sui sedili posteriori e lei condivise l'idea.
Appena fummo sistemati, spogliai la camicia e slacciai la cintura così da restare in slip, mentre aiutavo lei a spogliare gonna e giacca. Entrambi eravamo già bagnati e il mio pene faceva già capitolino dall'elastico degli slip. Ci aggrovigliammo abbracciandoci e baciandoci, cercando di saziare la nostra voglia con baci profondi e impazienti, passando dalle labbra al collo e ricominciando da capo. Con le mani cercai il suo seno e il suo culo, infilando la mano sotto gli slip e scendendo verso il buchetto. Lei allo stesso tempo con una mano mi stringeva e con l'altra liberava il mio pene già lucido. Passammo qualche minuto così, baciandoci e toccandoci nell'intimità: io passando da dietro e titillando le sue labbra dal basso, infilando l'indice e facendo poi scorrere fuori fino all'ano, mentre lei massaggiava la mia erezione, variando il ritmo e passando da palmo a pollice e godendosi il frutto della sua tentazione.
Decisi poi di prendere in mano la situazione, la spogliai dell'intimo e la feci distendere pancia in su con la schiena appoggiata alla portiera, così da avere davanti a me il suo frutto del piacere; la baciai e scesi lentamente, percorrendo le guance, il collo, il seno, su cui indugiai per qualche secondo tenendolo stretto tra le mie mani mentre mordicchiavo i capezzoli; continuai poi la discesa, evitando le labbra e la clitoride così da prolungare la sua attesa, passando per l'interno coscia fino ai piedi per poi risalire e immergermi completamente nel suo frutto, assaporando i suoi umori e leccando lentamente la clitoride, poiché mi aveva parlato di una sua eccessiva sensibilità. Passai quindi a immergere completamente la mia lingua all'interno, esplorando e cercando di curvarla internamente così da stimolare le pareti in ogni direzione; tutto questo con le mie mani che si alternavano tra seno e sue mani, stringendo per percepire, oltre che dai gemiti, anche dalle strette delle sue mani, dove e come stava reagendo.
Mi ritrovai in un lago e con le sue cosce che mi schiacciavano il viso, mentre con i gemiti sempre più ravvicinati capii di essere quasi al punto e lottai contro quella stretta finché un gemito più acuto e un successivo rilassamento mi fecero capire che l'orgasmo era arrivato e l'aveva sconquassata.
Pensai di potermi rilassare e di risalire dolcemente così da coccolarla, invece con un gesto felino lei ribaltò la situazione e ancora gocciolante mi fece stendere graffiandomi il petto e il collo con le sue unghie e tuffandosi tra mie cosce, desiderosa di pareggiare la sfida facendomi venire e cedere.
Quello che non sapete è che fino a quel giorno ero vergine da quel punto di vista e lei lo sapeva benissimo; per lei era una questione di orgoglio poter essere la prima e poter far valere le sue abilità con me, soprattutto dopo quello che era appena successo.
Da vergine posso dire che quel tipo di sensazione non era paragonabile a nulla, né alla masturbazione né tanto meno alla penetrazione. La stimolazione sia orale che tramite la lingua è qualcosa di unico e la sua dolcezza mista a decisione mi fece impazzire. Le piaceva alternare il ritmo e anche coccole a graffi lungo i miei fianchi e anche sulle mie cosce, immergendo il suo viso sopra il mio inguine e lasciando la sua chioma mora muoversi a ritmo dei suoi affondi. Come prevedibile, sia per l'eccitazione per la prima volta sia per la sua bravura, dopo qualche minuto che mi sembrò infinito, esplosi nella sua bocca e lei non fece una mossa e deglutì prima di distendersi sopra di me e abbracciarmi forte.
Senza dire una parola ci baciammo e ci guardammo con un sorriso stampato in faccia e gli occhi lucidi e pieni di emozioni.
Ci aiutammo a ritrovare i vestiti sparpagliati per la macchina e cercammo di aggiustarci prima di rientrare a casa.
Come al solito la salutai scendendo dalla macchina e abbracciandola forte, come cercando di fondere i nostri corpi così da non poterci più dividere.
La baciai e la salutai, sicuro che quella sera fosse l'inizio di qualcosa di unico e duraturo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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